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martedì 20 settembre 2011

Aidaa: “I canili italiani sono al verde”


Secondo l’Associazione Italiana per la Difesa degli animali e ambiente ( AIDAA) i canili italiani sono al verde. E  non si tratta solo dei canili privati ma anche e soprattutto di quelli convenzionati e comunali che si trovano principalmente nelle città del centro sud Italia, ma anche buona parte dei canili del nord Italia non se la passano meglio. Secondo una prima stima dei dati raccolti nelle regioni del centro sud Italia sarebbero almeno 200 i canili che faticano in maniera seria a sbarcare il lunario e tra questi canili di città importanti dove molti cani non vengono sottoposti nemmeno agli esami obbligatori compreso quello della leshmania. Situazione che fino ad oggi è stata tamponata in qualche modo dai volontari presenti nei canili, anche se molto spesso il rischio di morte dei cani per malattia (cimurro leshmaniosi ) è molto alto.

Il maggior problema non è come si potrebbe pensare dettato dal sovraffollamento dei canili e anche dalle scarse adozioni che vengono fatte nel centro sud-Italia dove spesso si preferisce mandare i cani in adozione all’estero in cambio magari di qualche camion pieno di crocchette (per restare nell’ambito delle adozioni regolari e tralasciando il problema zoomafia tutt’altro che assente) e di vaccini o di altri medicinali veterinari di cui i canili italiani sono assolutamente molto spesso sprovvisti. Da una sommaria indagine fatta su un gruppo 150 canili italiani convenzionati risulta infatti che il buco di bilancio cumulativo oltrepassa i 5 milioni di euro l’anno mentre i comuni sono in ritardo con i pagamenti per circa 6 milioni di euro con ritardi che arrivano in alcuni casi anche a cinque o sei anni. Sempre dai dati raccolti dai volontari mediamente ogni anno sono una ventina i cani che muoiono in ogni singole canile per cause naturali e per alcuni focolai di malattia, ma ci sono stati canili al sud dove sono morti fino a 70 cani lo scorso anno a causa di vere e proprie epidemie di cimurro.per un totale complessivo di almeno 15.000 cani morti nel 2010 su una popolazione di circa 180.000 cani presenti nei canili italiani .
“E’ evidente che l’inadempienza dei comuni nel pagamento delle quote destinate al mantenimento dei cani nei canili ed alle spese veterinarie è sotto gli occhi di tutti-  ha dichiarato  Lorenzo Croce presidente nazionale Aidaa - ma occorre che si corra ai ripari prima che la situazione degeneri sfuggendo di mano. Per questo chiediamo un’anticipazione straordinaria di cassa dalle regioni e dal governo per pianificare questo debito facendo poi rivalsa sui singoli comuni. Si tratta di una somma irrisoria rispetto ad altre spese, somma della quale poi regioni e governo potrebbero rivalersi direttamente in sede di trasferimento dei fondi agli enti locali”

Fabio Chiarini

lunedì 14 febbraio 2011

Aidaa, ecco i servizi gratuiti del tribunale degli animali


Molto spesso del tribunale degli animali di AIDAA (la struttura di consulenza legale gratuita e conciliazione dell’associazione animalista) si parla solo per presentare cani di consulenza o conciliazione che vedono protagonisti gli animali e che possiamo considerare come curiosi.
Orbene il tribunale degli animali di AIDAA in realtà è una struttura che opera da oramai tre anni su scala nazionale a vari livelli con servizi di consulenza online e diretta completamente gratuiti. I servizi offerti dal tribunale degli animali di AIDAA partono dagli sportelli online che sono dedicati a diverse tematiche: animali in condominio, maltrattamento di animali, richieste di consulenze per atti pre e post matrimoniali per la gestione e l’affidamento degli animali, servizio di consulenza per la segnalazione di reati ed abusi contro gli animali domestici e non, sportello dedicato alle problematiche degli equini (cavalli ed asini), dei pennuti (pollame e uccelli) e perfino degli orsi.
Questi sportelli a cui è possibile rivolgersi gratuitamente semplicemente inviando un email hanno oggi un flusso complessivo di circa 200 richieste di consulenze al giorno, alle quali si aggiungono una cinquantina di richieste e consulenze che ogni giorno vengono fornite dal servizio di consulenza telefonica.
Esiste inoltre un gruppo operativo composto da una cinquantina di persone che hanno il compito  di monitorare la rete e segnalare i reati di natura penale che vedono coinvolti gli animali e che si possono produrre attraverso internet (dai filmati di sesso con animali visibili ai bambini, ai siti e le pagine di facebook inneggianti alla violenza sugli animali, fino agli annunci per sesso con animali, e alle truffe online che hanno come oggetto sempre gli animali).
Il secondo livello di servizio riguarda le consulenze legali dirette nelle 90 sedi del tribunale degli animali sparse oramai in tutta Italia nelle quali prestano il loro servizio in maniera totalmente e gratuita 138 avvocati civilisti e penalisti.
Il terzo livello è quello della conciliazione che ha un costo di 10 euro per la copertura delle spese di convocazione delle controparti.
Le conciliazioni sono di due livelli e avvengono sia nelle sedi del tribunale degli animali sia a livello online.
Lo scorso anno ha fornito complessivamente 46.000 consulenze completamente gratuite delle quali il 65% ha riguardato questioni di animali residenti in condominio o comunque che hanno coinvolto vicini di casa.
Per accedere ai servizi del tribunale degli animali è possibile consultare l’apposita pagina sul sito www.aidaa.net e seguire le indicazioni contenute. La struttura è gestita a livello centrale da un gruppo di esperti che si occupano delle risposte degli sportelli online, mentre a livello periferico sono gli avvocati a gestire le sedi locali secondo un protocollo specifico di attività.

Fabio Chiarini

mercoledì 9 febbraio 2011

Sesso con animali, nel 2010 registrati 22.300 annunci online


Nel corso del 2010 sono stati segnalati e registrati da AIDAA 22.300 annunci online di ricerca ed offerta di sesso con animali, 12.000 link di siti internet contenenti filmati proponenti sesso con animali free e quindi accessibili anche ai bambini (siti nei quali si propongono anche filmati porno con protagonisti i bambini). AIDAA ha provveduto a segnalare anche 145 annunci online di proposte di sesso con animali a pagamento. Analizzando nel dettaglio gli annunci, le offerte di sesso con animali sono circa 15.000 postati in prevalenza da uomini mentre gli animali che si offrono per le pratiche sessuali sono prevalentemente cani, cavalli, asini, capre, ma anche maiali e pecore.
Circa 7.000 le richieste di sesso con animali trovate nei siti internet di annunci gratuiti postati prevalentemente da persone che si definiscono maschi e che cercano sesso in particolare con cani e asini.
Circa 1200 gli annunci di donne che cercano rapporti con animali, inoltre 900 sono le richieste di sesso con animali ed altri uomini o donne. AIDAA nel corso del 2010 ha inoltrato oltre 600 segnalazioni alle forze dell’ordine sia in riferimento agli annunci internet sia in relazione ai siti che ospitano filmati espliciti di sesso con animali visibili con un semplice clik anche dai bambini.
Rispetto al 2009 le segnalazioni sono aumentate di circa il 22%, da segnalare infine che in seguito alle segnalazioni sia di AIDAA che di cittadini privati sono stati circa 4.000 le inserzioni cancellate dai responsabili dei siti di annunci gratuiti.
 “Purtroppo la pratica del sesso con animali è ancora troppo diffuso, sia negli annunci sia soprattutto attraverso i siti internet che offrono questi filmati pornografici che possono essere visionati e scaricati gratuitamente anche dai bambini. Questa è una cosa vergognosa- commenta Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA- noi crediamo sia necessario vietare questi tipi di annunci e di filmati, e anche in questo 2011 daremo il nostro contributo nel segnalare la presenza di questi annunci e di questi filmati chiedendo sia alle forze dell’ordine sia ai responsabili dei siti internet che ospitano gli annunci di rimuoverli”.

Fabio Chiarini

lunedì 31 gennaio 2011

54.000 Rapimenti di cani di razza, AIDAA: "Fenomeno in crescita in Italia"


Il fenomeno dei furti e dei rapimenti dei cani in Italia è in costante crescita.
Crescono sia i furti dei cani destinati alla riproduzione e le cucciolate sia i cani raccolti e rapiti per essere immessi sul mercato degli affidi del nord Europa (da non confondere con le adozioni in regola che sono comunque la stragrande maggioranza).
Anno dopo anno sia analizzando le segnalazioni che vengono ricevute direttamente dal telefono amico AIDAA sia analizzando i dati forniti da altre associazioni animaliste che operano a livello locale su tutto il territorio italiano scopriamo che questi due fenomeni vanno di pari passo.
Non è facile individuare le responsabilità ne tanto meno nel caso dei cani raccolti per strada nelle regioni del sud per essere poi venduti in altri paesi europei è possibile individuare il numero esatto dei cani coinvolti nel giro di affari gestito dalla malavita.
Ma stando alle analisi numeriche possiamo dire che un dato certo è quello relativo al rapimento di cuccioli di razza e di fattrici che nel 2010 ha interessato complessivamente 7011 cani rispetto ai 6812 del 2009, si tratta in prevalenza di cani da caccia o da tartufo, o di cani di razze pregiate a volte rapiti su commissione, vi sono poi molti maremmani che vengono raccolti ed inviati all’estero in maniera non del tutto regolare.
Nei casi specificati i cuccioli rappresentano circa il 65% del totale.
Altro dato interessante sono le zone in cui avvengono questi furti, infatti nelle regioni del Centro Italia ed in particolare Umbria e Toscana si registra oltre un terzo del totale di questi furti e rapimenti di cani.
Complessivamente in Italia sono circa 54.000 ogni anno i cani rapiti per i diversi scopi anche se il numero maggiore riguarda i rapimenti dei cani nel sud Italia che vengono poi avviati verso i paesi del nord Europa attraverso canali illegali.
Il giro di affari di questo mercato illecito dei cani passa i 40 milioni di euro l’anno.
“Non è facile dare dei dati precisi sul numero dei cani che ogni anno scompaiono, noi abbiamo deciso di elaborare i dati di cui abbiamo conoscenza diretta e che ci giungono o attraverso le segnalazioni dirette come quelli dei cani di razza e dei cuccioli rapiti su commissione per la riproduzione oppure su dati analizzati che provengono da oltre sessanta associazioni che operano a livello locale in tutta Italia. Resta il fatto- ci dice Lorenzo Croce- che il fenomeno è tutt’altro che sotto controllo e che dalla comparazione dei dati analizzati con gli stessi criteri negli ultimi 4 anni il numero di cani rapiti o rubati è salito di quasi il 30% con un trend di crescita che purtroppo non tende a diminuire nemmeno nelle previsioni per questo 2011”.

Fabio Chiarini