Secondo l’Associazione Italiana per la Difesa degli animali e ambiente ( AIDAA) i canili italiani sono al verde.
E non si tratta solo dei canili privati
ma anche e soprattutto di quelli convenzionati e comunali che si trovano
principalmente nelle città del centro sud Italia, ma anche buona parte dei
canili del nord Italia non se la passano meglio. Secondo una prima stima dei
dati raccolti nelle regioni del centro sud Italia sarebbero almeno 200 i canili
che faticano in maniera seria a sbarcare il lunario e tra questi canili di
città importanti dove molti cani non vengono sottoposti nemmeno agli esami
obbligatori compreso quello della leshmania. Situazione che fino ad oggi è
stata tamponata in qualche modo dai volontari presenti nei canili, anche se
molto spesso il rischio di morte dei cani per malattia (cimurro leshmaniosi ) è
molto alto.
Il maggior problema non è come si potrebbe pensare dettato dal
sovraffollamento dei canili e anche dalle scarse adozioni che vengono fatte nel
centro sud-Italia dove spesso si preferisce mandare i cani in adozione
all’estero in cambio magari di qualche camion pieno di crocchette (per restare
nell’ambito delle adozioni regolari e tralasciando il problema zoomafia
tutt’altro che assente) e di vaccini o di altri medicinali veterinari di cui i
canili italiani sono assolutamente molto spesso sprovvisti. Da una sommaria
indagine fatta su un gruppo 150 canili italiani convenzionati risulta infatti
che il buco di bilancio cumulativo oltrepassa i 5 milioni di euro l’anno mentre
i comuni sono in ritardo con i pagamenti per circa 6 milioni di euro con
ritardi che arrivano in alcuni casi anche a cinque o sei anni. Sempre dai dati
raccolti dai volontari mediamente ogni anno sono una ventina i cani che muoiono
in ogni singole canile per cause naturali e per alcuni focolai di malattia, ma
ci sono stati canili al sud dove sono morti fino a 70 cani lo scorso anno a
causa di vere e proprie epidemie di cimurro.per un totale complessivo di almeno
15.000 cani morti nel 2010 su una popolazione di circa 180.000 cani presenti
nei canili italiani .
“E’ evidente che l’inadempienza dei comuni nel pagamento delle quote
destinate al mantenimento dei cani nei canili ed alle spese veterinarie è sotto
gli occhi di tutti- ha dichiarato Lorenzo Croce presidente nazionale Aidaa - ma
occorre che si corra ai ripari prima che la situazione degeneri sfuggendo di
mano. Per questo chiediamo un’anticipazione straordinaria di cassa dalle
regioni e dal governo per pianificare questo debito facendo poi rivalsa sui
singoli comuni. Si tratta di una somma irrisoria rispetto ad altre spese, somma
della quale poi regioni e governo potrebbero rivalersi direttamente in sede di
trasferimento dei fondi agli enti locali”
Fabio Chiarini
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