“Nella nostra regione stanno chiudendo 24 ospedali e 11 pronto soccorso e dal primo gennaio di quest’anno sono stati tagliati 2865 posti letto. I pronti soccorso degli ospedali romani vivono ormai in una situazione di permanente emergenza e sempre più ospedali pubblici sono costretti a sospendere tutti gli interventi e le prestazioni che non siano di pronto soccorso, allungando così drammaticamente le liste d’attesa anche per interventi importanti”. Lo dichiara in una nota Giulia Rodano, consigliere regionale di Italia dei Valori, vicepresidente della Commissione Sanità della Regione Lazio. “Decine di ambulanze ogni giorno sono costrette a fermarsi perché gli ospedali in carenza strutturale di posti letto sono costretti a tenere i pazienti sulle barelle delle ambulanze” continua Rodano. “Intere popolazioni sono ancora all’oscuro e disinformate sui cambiamenti generati dal riordino ospedaliero e sulle alternative che la Regione dovrebbe proporre ai 500.000 cittadini della regione cui vengono tagliati servizi essenziali. Sulle tv nazionali, la sanità del Lazio viene raffigurata come un paradigma di inefficenza operativa e ingerenza indebita di interessi forti. Problemi senz’altro di lungo corso, niente di nuovo. I giornali ne parlano tutti i giorni, ma certo stupisce e indigna che oggi a Renata Polverini sia bastato semplicemente tagliare un nastro per raccontarci che la sanità del Lazio va bene ed è sana. Ormai la troppo lunga stagione dei tagli indiscriminati rischia di mettere in ginocchio la sanità pubblica e quella privata di eccellenza. Sarebbe ora di cominciare politiche nuove”.
“L’unità di cure residenziali intensive del San Camillo-Forlanini ancora non è dotata di personale suo proprio”, continua Rodano. “Per poterla aprire sono stati sguarniti altri reparti essenziali, come la geriatria, o addirittura il pronto soccorso. Si possono e si devono creare nuovi servizi, ma non facendo finta che non esistano problemi di risorse e di personale. Oggi il Forlanini, di cui la Polverini non ha voluto completare la chiusura, costa ancora, pur essendo semivuoto, quasi 9 milioni di spese vive all’anno, mentre i lavori al San Camillo per trasferire i reparti sembrano andare sempre più a rilento. La Regione non può più semplicemente applicare i dikat di Tremonti che da anni non affrontano i veri problemi della riorganizzazione del sistema sanitario”.
“Sarebbe necessario un cambio di atteggiamento della Regione nel tavolo col ministero dell’economia” dichiara Rodano in conclusione. “Se in quella sede nessuno difende gli interessi di cittadini della nostra regione, le nostre strutture pubbliche non si risolleveranno mai dall’emergenza. Se veramente ritiene che la sanità del Lazio è sana, Renata Polverini abbia il coraggio di rivedere il piano e di consentire alla rete ospedaliera del Lazio di sopravvivere”.
Fabio Chiarini
Nessun commento:
Posta un commento