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mercoledì 26 ottobre 2011

Arcigay, Il matrimonio civile tra persone gay è il banco di prova di un riformismo sincero


 In queste ore si è riaperto un ampio dibattito interno al Movimento lgbt sul un documento a firma di Alessandro Zan, e sintetizzato da Gay.it, e che rilancerebbe l'opportunità di riprendere il percorso sulle unioni civili a preferenza di quello sul matrimonio civile tra persone dello stesso sesso.
In realtà lo stesso Zan ha meglio chiarito la sua riflessione  ,collocandola su un piano di passaggi strategici (vi sono step differenti) e non di gerarchia di obiettivi (un istituto è meglio di un altro), ma credo valga la pena ribadire alcuni concetti che ritengo significativi.

Intanto è fondamentale comprendere se la posizione di SEL rimane quella della battaglia per l'eguaglianza delle persone lgbt, ovvero del matrimonio civile tra persone dello stesso sesso come unico strumento idoneo a conseguirla, perché risulta dirimente a derivarne la coerenza nel riferimento al principio di eguaglianza come metro di giustizia e di equità  funzionale ad un progetto complessivo di Paese: culturale, sociale, economico, civile, politico, giuridico.
"Introdurre eccezioni al principio di eguaglianza, in questa funzione complessiva,  risulterebbe molto pericoloso soprattutto in una fase in cui sulla coerenza si misura l'identità di qualsiasi formazione che voglia definirsi progressista ed alternativa al quadro attuale. "ha dichiarato Paolo Patané, presidente nazionale Arcigay
"Un "no " al matrimonio civile tra persone dello stesso sesso rischierebbe di produrre un riverbero ben oltre il perimetro dei diritti delle coppie lgbt, perché su questo si misurano molte cose e non ultima la relazione con la sensibilità culturale e giuridica dell' Unione: l'essere o meno in Europa.
"Questo è un concetto che Arcigay non ha mai esitato a ribadire a tutti i partiti e continuerà a farlo. Mi sembra che vi sia un dibattito in corso e che anche dal Forum Queer di quel partito arrivino segnali incoraggianti.

"Evidentemente è molto importante ribadire che matrimonio civile e unioni civili individuano obiettivi e soluzioni diverse e che possono,anzi debbono coesistere , perché fanno parte della piattaforma rivendicativa del Movimento così come si è consolidata dal 2007 in poi.
"Il matrimonio civile è l'unica modalità per conseguire ed affermare l'eguaglianza delle coppie omosessuali alle coppie eterosessuali, mentre le unioni civili individuano l'altro grande obiettivo della diversificazione degli istituti familiari e che riguarda indistintamente tutti,sia le coppie eterosessuali che omosessuali.

"Io colloco i due istituti su una linea orizzontale nella misura in cui realizzano obiettivi diversi, ma dev'essere chiaro che l'uguaglianza o c'è o non c'è, tertium non datur, e per esserci necessita del matrimonio civile che lo Stato deve riconoscere come pari opportunità per tutti - ha aggiunto Patanè - ognuno, è la Costituzione europea a dircelo, ha il diritto di sposarsi e costruirsi una famiglia. Questo non è un dato ideologico o di mero principio ma di assoluta e reale concretezza : è il matrimonio civile, e soltanto quello, che ad esempio nel sistema attuale garantisce eguali possibilità di accesso al welfare e precise e determinanti conseguenze sulla vita vera delle persone.
"Un riformismo autentico che rielabori la proposta politica in funzione della centralità del bene comune non può ignorare un'evidenza di questo tipo. Non mi pare inoltre si possa attribuire alle sentenza 138 del 2010 un senso che di certo non possiede : se da un lato infatti non riconosce il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso sulla base dell'art. 29 della Costituzione,da un altro lato non dice che la Costituzione stessa lo vieti. Non lo definisce incostituzionale ; non chiude questo orizzonte come qualche interpretazione vorrebbe intendere.

"Il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso è uno dei cardini dell'innalzamento del dibattito politico e culturale che nel nostro Paese ha subito un clamoroso impoverimento. Credo che sia abbastanza mortificante collocarlo solo sul piano della sua realizzabilità nel nostro sistema, perché l'arretramento di una rivendicazione non ha mai giovato a nessuna rivendicazione, e chi pensa che chiedere di meno serva ad ottenere qualcosa ignora o dimentica che l'averlo fatto in passato è servito soltanto a non ottenere nulla." ha concluso Patané.

Fabio Chiarini

domenica 25 settembre 2011

"Mio figlio è gay? "in Francia la nuova applicazione scandalo su Iphone


In Francia le applicazioni su Iphone stanno diventando sempre più varie. Solo dieci fa è uscito un' applicazione  "Ebreo o non Ebreo? ". Questa applicazione/domanda analoga ha creato un putiferio a metà settembre. Disponibile su iPhone di Apple, fu rapidamente rimosso. Ha permesso di ottenere un elenco di 3.500 personaggi famosi di origine o di religione ebraica. 
Non è tutto: è comparsa perfino l'applicazione" Mio figlio è gay? ", un programma per i telefoni con sistema Google Android, volto a madri che vogliono sapere se il loro figlio è gay.
Il software solleva 20 domande come "vostro figlio ama vestirsi bene? Gli piace il calcio? Ha un migliore amico? "... Due possibili soluzioni dal questionario: "Non ti devi preoccupare, tuo figlio non è gay" o "Tuo figlio è gay. Accettalo e sii consapevole che questa non è una scelta da parte sua. " 
L'applicazione ha suscitato  ovviamente indignazione nella comunità gay. Diverse associazioni hanno espresso il loro disappunto in ambito multimediale. Louis-Georges Tin, il Comitato IDAHO (International Gay e trans contro l'omofobia) ha dichiarato: "E ' uno strumento stupido e odioso. Se il bambino è gay, è una catastrofe, altrimenti è sollievo. Esso fornisce uno strumento per  le madri omofobiche ".  Anche Christine Le Doaré, LGBT Center, ha dichiarato nel frattempo: "E 'stupido e oltraggioso. E 'molto triste che i genitori preferiscono scaricare l'applicazione invece di parlare con i figli. Penso che verrà rimosso abbastanza veloce, altrimenti si dovrà prendere in considerazione un reclamo. " 
Il Google  francese nega che una tale iniziativa. "Le applicazioni non vengono filtrati prima di essere pubblicati su Android Market, una piattaforma aperta su cui gli sviluppatori possono pubblicare le loro applicazioni facilmente e rapidamente. Essi sono stati rimossi dopo essere stati segnalati e recensiti, caso per caso. Questa applicazione  verrà immediamente esaminato dal nostro staff ".

Fabio Chiarini 


France, "Mon fils-est il gay"la nouvelle application sur Iphone



En France les applications sur Iphone sont de plus en plus divers. Il y a seulement dix jours que l'application « Juif ou pas juif ? » est sortie et elle avait engendré un tollé mi-septembre. Intitulée « Juif ou pas juif ? » est disponible sur l'iPhone d'Apple, elle a été vite supprimée. Elle permettait d'obtenir une liste de 3.500 célébrités d'origine ou de religion juive. 

Maintenant on parle de une nouvelle application: « Mon fils est-il gay ? ». Il s'agit d'un programme destiné aux téléphones dotés du système Android de Google, qui s'adresse aux mères qui veulent savoir si leur fils est homosexuel. Pour répondre à la question, le logiciel pose 20 autres interrogations  préalable comme « votre fils aime-t-il bien s'habiller ? Aime-t-il bien le foot ? S'est-il déjà battu ? A-t-il une meilleure amie ? »... Deux solutions possibles après le questionnaire : « Vous n'avez pas de souci à vous faire, votre fils n'est pas gay », ou « Inutile de vous voiler la face, votre fils est gay. Acceptez-le, sachez que ce n'est pas un choix de sa part ».
L'application a provoqué l'indignation dans la communauté homosexuelle. Plusieurs associations ont exprimé leur mécontentement dans la sphère médiatique. Louis-Georges Tin, du Comité IDAHO (International gay against homophobia & trans) explique : « C'est un outil idiot et odieux, avec des questions caricaturales. Si l'enfant est gay, c'est la catastrophe, sinon, c'est le soulagement. Ça donne un outil de flicage aux homophobes ». Christine Le Doaré, du centre LGTB (lesbie, gay, bi et trans), estime quant à elle : « C'est stupide et scandaleux. C'est très triste que des parents préfèrent télécharger cette application plutôt que de parler avec leurs enfants. Je pense qu'elle va être retirée assez vite, sinon, il va falloir envisager de porter plainte ».
Du côté de Google France, on se défend d'une telle initiative. « Les applications ne sont pas filtrées avant d'être publiées sur Android Market, une plate-forme ouverte sur laquelle les développeurs peuvent publier leurs applis facilement et rapidement. Elles ne sont retirées qu'après avoir été signalées et revues au cas par cas, ce qui est le cas de cette application, qui est en train d'être revue par nos équipes ».

Fabio Chiarini

venerdì 6 maggio 2011

Campagna nazionale contro l’omofobia. Baci in 50 città


In occasione della ricorrenza del 17 maggio, la Giornata internazionale contro l’omofobia,  è iniziata la campagna nazionale di sensibilizzazione contro l’omofobia realizzata da Arcigay, in collaborazione con altre 15 associazioni.
Arcigay diffonderà su tutto il territorio nazionale una campagna di sensibilizzazione che prevede la diffusione di 15 mila manifesti, 45 mila volantini e 8 mila locandine. Ad essa di affiancheranno momenti di riflessione e approfondimento in decine di città italiane. Nei numeri quella del 2011 è la più importante campagna di sensibilizzazione di Arcigay di sempre.
La campagna di affissioni e diffusione materiale impegnerà ben 50 città capoluogo di provincia, con il prezioso contributo dei comitati provinciali dell’associazione e di diverse sigle dell’associazionismo.
La campagna nazionale prevede due versioni di manifesti e locandine che ritraggono esplicitamente l’affettività omosessuale: un bacio fra una coppia gay e un bacio fra una coppia lesbica.  Il contesto familiare rappresentato da una tavola imbandita testimonia la quotidianità delle relazioni di affetto delle persone gay e lesbiche. La bandiera italiana sullo sfondo, richiama  i festeggiamenti per i 150 anni dell’unità nazionale e la richiesta di piena cittadinanza e dignità per queste famiglie.
Lo slogan scelto per la campagna è “Civiltà prodotto tipico italiano” e “Italia unita contro l’omofobia” perché la condanna di violenze, discriminazioni, soprusi e aggressioni, che quotidianamente affliggono l’esistenza di gay, lesbiche e trans di questo paese, deve essere un elemento di unità e civiltà, patrimonio condiviso di uno Stato che voglia abitare il presente. In evidenza su manifesti e locandine poi, il logo di Europride Roma 2011, manifestazione della visibilità e dell’orgoglio omosessuale e trans europeo, che si terrà a Roma dall’1 al 12 giugno prossimo e che ha, tra le sue finalità, l’abbattimento delle barriere culturali che ostacolano l’affermazione dei diritti e della libertà delle persone lgbt.
Arcigay ribadisce che la lotta all’omofobia è un valore affermato nell’articolo 3 della nostra Costituzione:  “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
E proprio l’omofobia, con odio, pregiudizio, violenza e discriminazione, è un limite concreto alla piena affermazione della dignità e al raggiungimento della felicità per migliaia di gay, lesbiche e transessuali italiani.

Fabio Chiarini

mercoledì 9 febbraio 2011

Pordenone, Disabile gay aggredito, risarcimento simbolico ad Arcigay


Il Tribunale di Pordenone ha condannato ad un anno e due mesi di reclusione (senza la sospensione condizionale) i colpevoli dell’aggressione ai danni di un omosessuale non-vedente.
Il giovane, nel gennaio 2009, nella piazza centrale di Pordenone, era stato inseguito, malmenato e apostrofato come “Frocio, bastardo e pedofilo”.
Il Giudice Rodolfo Piccin, con la sentenza di condanna, ha espressamente riconosciuto il ruolo sociale di Arcigay condannando gli imputati ad un risarcimento pecuniario simbolico all’Associazione, oltre che ad un risarcimento di 15 mila euro per la vittima.
Per l’avvocato del giovane Francesco Furlan “è stato riconosciuto il ruolo di Arcigay; ritengo che la pena sia stata un po’ bassa, vedremo le motivazioni. Ora venga approvata la legge che riconosce le aggravanti per la violenza omofoba”.
Giacomo De Peru, vicepresidente di Arcigay Udine e Pordenone dichiara: “Apprendiamo con soddisfazione la notizia di questa sentenza che spero voglia essere un monito per le coscienze dei pordenonesi, non certo omofobi ma troppo spesso assopiti e distratti rispetto alle problematiche riguardanti la comunità omosessuale. Registriamo con gioia che nel rendere giustizia alla vittima di questo atto inqualificabile, la sentenza riconosca ad ArciGay l'importanza del suo ruolo sociale nella tutela dei diritti delle persone LGBT"

lunedì 7 febbraio 2011

Arcigay. Risultati del Consiglio nazionale


Si è conclusa ieri , con importanti novità, la due giorni di Consiglio nazionale di Arcigay a Bologna, che ha dedicato i suoi lavori alla memoria dell’attivista omosessuale ugandese David Kato.
Arcigay ha consolidato e accresciuto la sua presenza sul territorio nazionale con la nascita dei comitati promotori di Siena, Chieti e Teramo: sono 52 le province italiane nelle quali è presente un comitato dell’associazione.
Per la prima volta nella storia ultra-ventennale di Arcigay è stato approvato dal Consiglio nazionale un documento di riordino del circuito delle associazioni affiliate.
Nel perseguire il disegno di un’associazione coerente e strategica verso le sfide del futuro, il Presidente nazionale ha ribadito l’impegno e lo sforzo dell’associazione nel riposizionamento sociale e politico con la relazione costante con i movimenti di studenti, delle donne e lavoratori. Questo impegno si concretizzerà nell’immediato con l’adesione all’appello per la mobilitazione nazionale delle donne del 13 febbraio prossimo.
Il passo successivo sarà l’apertura di un tavolo di lavoro con CGIL sulle discriminazioni su lavoro e welfare. Il Consiglio nazionale ha dato inoltre mandato all’ufficio legale nazionale per lo studio di una causa pilota in materia di discriminazione sul lavoro, tema attuale, denso di soprusi ed emarginazioni, ma spesso sottaciuto e ancora povero di ricerche ed analisi.
Arcigay ha poi avviato il percorso che porterà a un’iniziativa di legge popolare sul matrimonio gay che in tempi brevi animerà le piazze italiane e programmato le iniziative di sensibilizzazione per la giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia.
Oltre all’impegno immediato per l’Europride, tra le scelte strategiche dell’Associazione quella dell’inaugurazione di una sede di rappresentanza a Roma che entri in relazione con gli spazi politici essenziali della capitale della Repubblica e la rivoluzione della comunicazione on-line con il rinnovo, nelle prossime settimane, del sito arcigay.it e l’apertura di un blog d’informazione e dibattito: Pegaso on-line, che prosegue l’esperienza della pubblicazione cartacea “Pegaso”.
E’ stata nominata poi, una responsabile nazionale lgbt sordi per favorire l’integrazione delle persone lgbt sorde nell’associazione.
Arcigay poi, nel corso del Consiglio, si è a lungo interrogata sulle dinamiche di relazione interna ed è giunta alla dolorosa espulsione di due soci di Roma per atti gravi commessi in violazione dello Statuto. Nel dibattito serrato sono state poste domande relative alla credibilità, alla lealtà, alla trasparenza e al rispetto nei confronti di socie e soci.
Il richiamo del Consiglio a militanti e dirigenti è quello di vivere la propria militanza con uno spirito di rispetto e di servizio e non animare livori e conflitti in nome di propri orientamenti ed obiettivi personali.