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mercoledì 26 ottobre 2011

Arcigay, Il matrimonio civile tra persone gay è il banco di prova di un riformismo sincero


 In queste ore si è riaperto un ampio dibattito interno al Movimento lgbt sul un documento a firma di Alessandro Zan, e sintetizzato da Gay.it, e che rilancerebbe l'opportunità di riprendere il percorso sulle unioni civili a preferenza di quello sul matrimonio civile tra persone dello stesso sesso.
In realtà lo stesso Zan ha meglio chiarito la sua riflessione  ,collocandola su un piano di passaggi strategici (vi sono step differenti) e non di gerarchia di obiettivi (un istituto è meglio di un altro), ma credo valga la pena ribadire alcuni concetti che ritengo significativi.

Intanto è fondamentale comprendere se la posizione di SEL rimane quella della battaglia per l'eguaglianza delle persone lgbt, ovvero del matrimonio civile tra persone dello stesso sesso come unico strumento idoneo a conseguirla, perché risulta dirimente a derivarne la coerenza nel riferimento al principio di eguaglianza come metro di giustizia e di equità  funzionale ad un progetto complessivo di Paese: culturale, sociale, economico, civile, politico, giuridico.
"Introdurre eccezioni al principio di eguaglianza, in questa funzione complessiva,  risulterebbe molto pericoloso soprattutto in una fase in cui sulla coerenza si misura l'identità di qualsiasi formazione che voglia definirsi progressista ed alternativa al quadro attuale. "ha dichiarato Paolo Patané, presidente nazionale Arcigay
"Un "no " al matrimonio civile tra persone dello stesso sesso rischierebbe di produrre un riverbero ben oltre il perimetro dei diritti delle coppie lgbt, perché su questo si misurano molte cose e non ultima la relazione con la sensibilità culturale e giuridica dell' Unione: l'essere o meno in Europa.
"Questo è un concetto che Arcigay non ha mai esitato a ribadire a tutti i partiti e continuerà a farlo. Mi sembra che vi sia un dibattito in corso e che anche dal Forum Queer di quel partito arrivino segnali incoraggianti.

"Evidentemente è molto importante ribadire che matrimonio civile e unioni civili individuano obiettivi e soluzioni diverse e che possono,anzi debbono coesistere , perché fanno parte della piattaforma rivendicativa del Movimento così come si è consolidata dal 2007 in poi.
"Il matrimonio civile è l'unica modalità per conseguire ed affermare l'eguaglianza delle coppie omosessuali alle coppie eterosessuali, mentre le unioni civili individuano l'altro grande obiettivo della diversificazione degli istituti familiari e che riguarda indistintamente tutti,sia le coppie eterosessuali che omosessuali.

"Io colloco i due istituti su una linea orizzontale nella misura in cui realizzano obiettivi diversi, ma dev'essere chiaro che l'uguaglianza o c'è o non c'è, tertium non datur, e per esserci necessita del matrimonio civile che lo Stato deve riconoscere come pari opportunità per tutti - ha aggiunto Patanè - ognuno, è la Costituzione europea a dircelo, ha il diritto di sposarsi e costruirsi una famiglia. Questo non è un dato ideologico o di mero principio ma di assoluta e reale concretezza : è il matrimonio civile, e soltanto quello, che ad esempio nel sistema attuale garantisce eguali possibilità di accesso al welfare e precise e determinanti conseguenze sulla vita vera delle persone.
"Un riformismo autentico che rielabori la proposta politica in funzione della centralità del bene comune non può ignorare un'evidenza di questo tipo. Non mi pare inoltre si possa attribuire alle sentenza 138 del 2010 un senso che di certo non possiede : se da un lato infatti non riconosce il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso sulla base dell'art. 29 della Costituzione,da un altro lato non dice che la Costituzione stessa lo vieti. Non lo definisce incostituzionale ; non chiude questo orizzonte come qualche interpretazione vorrebbe intendere.

"Il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso è uno dei cardini dell'innalzamento del dibattito politico e culturale che nel nostro Paese ha subito un clamoroso impoverimento. Credo che sia abbastanza mortificante collocarlo solo sul piano della sua realizzabilità nel nostro sistema, perché l'arretramento di una rivendicazione non ha mai giovato a nessuna rivendicazione, e chi pensa che chiedere di meno serva ad ottenere qualcosa ignora o dimentica che l'averlo fatto in passato è servito soltanto a non ottenere nulla." ha concluso Patané.

Fabio Chiarini

giovedì 15 settembre 2011

Il censimento 2011 menzionerà anche le coppie gay


Nel censimento del 2011, oltre le coppie etero, verranno menzionate anche le coppie gay.
Considerato che Arcigay ha incontrato più volte ISTAT, i suoi ricercatori e i suoi dirigenti, proprio sul prossimo censimento, per trovare una soluzione idonea al conteggio delle famiglie conviventi gay e etero (anche in luce della normativa vigente, delle richieste Europee e della normativa sulla privacy), siamo a sgomberare il campo da ogni equivoco.
Il censimento dirà il numero globale di coppie conviventi etero e gay per motivi affettivi. E cioè quelle che nel censimento barreranno la casellina, a p. 16 del questionario, “Convivente in coppia con l’intestatario”. Il dato che emergerà sarà fondamentale nella battaglia di piena parità di tutte le famiglie, etero e gay che siano.
Ma veniamo ai gay.
Nel censimento, a pagina 3, si dichiara il sesso dei conviventi. Istat, incrociando il dato relativo al sesso dei conviventi (M e M o F e F) con la casellina “Convivente in coppia con l’intestatario”, disporrà del numero di famiglie di omosessuali e lesbiche che convivono per motivi affettivi. Istat quindi considererà le famiglie composte da persone dello stesso sesso allo stesso modo di ogni famiglia italiana. E questa è una grande vittoria.
Evidentemente rimarranno fuori dal censimento le coppie gay non conviventi, i single e quelli che, per ragioni loro o perché male informati, non vorranno dichiararsi come coppie conviventi.
Il Censimento non conterà quindi il numero di gay italiani, come nessun altro censimento al mondo, ma offrirà finalmente di un punto di partenza necessario e fondamentale per la nostra battaglia di piena parità per le nostre famiglie.
Proprio per questo, insieme all’Associazione radicale Certi diritti, Rete Lenford e a Gay.it, abbiamo lanciato la campagna “Fai contare il tuo amore”, chiedendo alle coppie di omosessuali e lesbiche conviventi di mettere una crocetta su quella casellina.
Qualunque altra ipotesi o illazione che sostenga che le coppie gay non saranno contate, e ne abbiamo letto persino su siti gay di opinabile valore e ascoltato per bocca di persone che fanno parte del movimento lgbt, fa il gioco pericoloso di “Avvenire”, che vorrebbe trasformare puerilmente una vittoria di tutti noi in una sconfitta. (Stefano Bolognini, ufficio stampa Arcigay)
Tutte le informazioni sul censimento e le coppie gay: http://www.gay.it/faicontareiltuoamore/

Articolo originale:
http://www.arcigay.it/32363/censimento-coppie-gay-e-pericoli-della-disinformazione/
di Stefano Bolognini

giovedì 28 luglio 2011

Matteo e Matteo, la prima coppia gay che si sposa a New York

Matteo Giorgi e Matteo Cavalieri è la prima coppia gay a sposarsi  New York. Il coronamento del loro sogno di unirsi in  matrimonio si è svolto ieri a New York alle 15.30 ora statunitense sulla spiaggia di Atlantic Beach.
Un augurio sentito da Paolo Patanè presidente nazionale dell'Arcigay inviando i i più cari e sentiti auguri e felicitazioni vivissime.
Matteo e Matteo vivono a  Bologna e sono la prima coppia gay italiana ad usufruire dell’apertura al matrimono gay dello Stato di New York, e si aggiungono a decine di coppie italiane, composte da persone omosessuali, che hanno già contratto,  o stanno pianificando, il loro matrimonio all’estero.
"L’unione tra Matteo e Matteo, insieme ai matrimoni gay di italiani all’estero che verranno, rendono quanto mai chiara l’arretratezza del nostro Paese nel campo dei diritti civili e di libertà e testimoniano l’estrema distanza che ci separa da un Occidente pienamente democratico e laico - ha dichiarato Paolo Patanè - Arcicigay si augura che quanto avvenuto a settemila kilometri da qui possa diventare realtà per le migliaia di famiglie omosessuali italiane, ancora prive del diritto ad accedere al matrimonio, in violazione al principio di uguaglianza sancito dalla nostra Carta Costituzionale."
Fabio Chiarini

martedì 26 luglio 2011

Genova 2011, Bandiere Rainbow il G8


Riparte da Genova, dieci anni dopo il G8 del 2001 l’importante dibattito sulla costruzione di un’Europa globale dei diritti, non-violenta e pacifica, basata su cooperazione e solidarietà sociale. Dopo un anno di mobilitazioni che hanno visto coinvolte differenti e molteplici realtà sociali (associazioni, sindacati, movimenti), la storia sta dando ragione a quanti sostengono che un mondo diverso sia possibile.

Dieci anni dopo ripartono da Genova ricche e importanti occasioni di incontro e confronto sui temi della democrazia, di un mondo economicamente più giusto, del lavoro e del welfare, della pace, del rispetto e valorizzazione delle differenze, per ribadire che le questioni globali non sono esclusivo appannaggio di stati e governi ma chiamano in causa il diritto all’autodeterminazione di ogni essere umano, il diritto di decidere della propria vita e del proprio futuro.

"Per questo nella giornata di oggi Arcigay esprime la propria solidarietà e il proprio appoggio a quanti decideranno di scendere in piazza in occasione della manifestazione nazionale che a Genova concluderà il decennale."Lo dichiara Paolo Patanè presidente nazionale dell'Arcigay.
"Perché combattere per una società più equa significa contribuire a rendere il mondo in cui viviamo più accogliente e disponibile a saper riconoscere e valorizzare ogni tipo di differenza, comprese quelle pertinenti a orientamento sessuale e identità di genere; significa favorire e promuovere la libertà di manifestare alla luce del sole le proprie idee e le proprie identità affermando con forza il diritto alla piena uguaglianza fra persone; significa uscire dall’isolamento sperimentando forme di sinergia e condivisione tra le tante realtà che rappresentano il vento di cambiamento di cui il nostro paese ora più che mai ha bisogno, nell’ottica della costituzione di un'altra economia, di un sostanziale allargamento dei diritti e promozione di un welfare che realmente sappia tutelare e favorire la libera espressione e il corretto sviluppo delle identità, degli affetti e dei progetti di vita di ogni persona."

Fabio Chiarini

sabato 16 luglio 2011

19 Luglio, decisione della Camera dei Deputati per la legge contro l omofobia

Il giorno 19 luglio la Camera dei Deputati dovrà esprimersi, con un voto, sulla proposta di Legge contro l’omofobia e la transfobia, ma, prima ancora, sulle pregiudiziali di  costituzionalità al testo stesso, la cui approvazione rischia di bloccare l'iter di votazione della Legge.
 Le pregiudiziali di costituzionalità presentate alla Camera dai  gruppi parlamentari del PDL, della Lega e dell'UDC contro la legge   anti omofobia e transfobia costituiscono un vergognoso atto di      discriminazione e di integralismo con le quali il Parlamento      italiano si sottrae al suo dovere primario: porsi al servizio      delle cittadine e dei cittadini, soprattutto,come in questo caso,      di quelli per i quali la Costituzione impone, all’articolo 3, la      rimozione degli ostacoli al conseguimento di una piena ed      autentica eguaglianza e libertà.
      In  esse si  afferma che l’introduzione di un’aggravante è inutile      perché già ricompresa nel codice penale (motivi abbietti e futili)      e che addirittura tale proposta di legge introdurrebbe una      violazione del principio di uguaglianza, con un’aggravante solo      per omosessuali/transessuali, e una violazione del principio di      tassatività.
      Tutto FALSO. L'aggravante dei motivi abbietti e futili è cosa ben      distinta e diversa da quella oggi in discussione e non risulta che      sia mai stata applicata nei casi di reati commessi per motivi di      omofobia o transfobia. Una specifica e distinta previsione      normativa, invece, rappresenta la chiara espressione della      volontà, da parte del legislatore, di biasimare e condannare      questi comportamenti criminosi. Il Parlamento si assuma la      responsabilità di dire espressamente se intende condannare le      persecuzioni nei confronti delle persone omosessuali e      transessuali.
      Quanto al principio di Eguaglianza, a costituirne  vera violazione      è l'assenza di una  tutela nei confronti delle persone omosessuali      e transessuali. Perché se si insulta qualcuno in ragione del suo      credo religioso si viene puniti espressamente dalla legge, mentre      se analogo atteggiamento persecutorio lo si ha nei confronti di      una persona  gay, lesbica o transessuale non si viene puniti con      una specifica previsione di legge? Perché, allora, non estendere      alle persone omosessuali e transessuali la Legge Mancino? Il      Parlamento abbia il coraggio anche in questo caso di assumersi      delle responsabilità e non di ribaltarle.
      La tutela, anche dal punto di vista penale, delle persone Lgbt è      oramai patrimonio di gran parte dei paesi occidentali; l’Italia da      che parte del mondo sta?
      Se poi consideriamo che le pregiudiziali in questione si ostinano      a definire l’orientamento sessuale come una “scelta” e non come      una condizione innata dell’individuo, collocandolo nella sfera      esclusivamente privata e sessuale, e di fatto cancellando      l'identità, gli affetti, la vita di coppia, la stabilità, la      dignità pubblica delle persone gay, lesbiche, bisessuali e      transessuali, allora appare chiaro che ci troviamo di fronte ad      affermazioni di inaccettabile ed oltraggiosa rimozione e      falsificazione della realtà e della vera natura delle persone      lgbt.
      Esse sono state formulate in spregio alle parole del Presidente      della Repubblica Giorgio Napolitano che il 17 maggio scorso, in      occasione della giornata internazionale contro l'omofobia, aveva      auspicato l'approvazione di una legge contro la violenza verso      omosessuali e transessuali. Queste pregiudiziali di      costituzionalità, inoltre, costituiscono una violazione dei      trattati internazionali e della Carta dei diritti fondamentali      dell'Unione europea, poiché ci pongono in netta contrapposizione      rispetto alle direttive del Parlamento europeo, alle      raccomandazioni e alle decisioni assunte da molti organismi      comunitari che sollecitano l'adozione di specifiche norme di      tutela, oltre che in clamoroso contrasto  con la recente      risoluzione ONU in materia di diritti delle persone lgbt e con il      rapporto del Consiglio d'Europa.
      Con queste pregiudiziali il Parlamento italiano rischia di      commettere  un'ulteriore violenza contro le molte persone      omosessuali e transessuali vittime di numerosissimi casi di      bullismo, aggressione, violenza e discriminazione.
      Pensiamo dunque che questa sia una battaglia che riguarda      indistintamente tutti e tutte, dalle Associazioni laiche a quelle      cattoliche, dai movimenti per i diritti civili a quelli per i      diritti sociali  ed è per questo che Arcigay rivolge un appello a      tutte le persone  e le Associazioni che credono nella Democrazia,      nella Giustizia, nella Dignità e nell’Eguaglianza perché siano      presenti alla maratona oratoria per la Legge contro l’omofobia        e la transfobia,  dalle ore 15,00 del giorno 19 luglio , di        fronte al Parlamento della Repubblica per aiutarci a dire NO ad        una gravissima ingiustizia

lunedì 11 luglio 2011

International AIDS Society, Appuntamento per i 30 anni di scoperta sulle prevenzioni contro l'HIV/AIDS

A 30 anni dalla scoperta del virus, i rappresentanti di decine di associazioni e organizzazioni si riuniscono in un convegno intitolato “1981- 2011: a 30 anni dalla pandemia l’infezione da Hiv è ancora una priorità per il nostro paese?”. 
Un appuntamento per riflettere sull'attualità e il futuro della patologia, per parlare di storia e di ricerca, di politiche di trattamento e di prevenzione dell'infezione, di contrasto allo stigma. 

Mentre Roma si prepara ad accogliere la VI Conferenza della International AIDS Society, la società civile italiana chiede con forza alla politica che l'Hiv/Aids torni ad essere una priorità nazionale e internazionale del nostro Paese.

Il Forum sarà aperto da don Luigi Ciotti del Gruppo Abele. È prevista la partecipazione, oltre che delle 12 associazioni promotrici del Forum e del Community Advisory Board della International Aids Society: dell'Istituto Superiore di Sanità, di rappresentanti dei ministeri della Salute, degli Affari Esteri e del Lavoro, dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, del Fondo Globale per la lotta contro Aids, Tubercolosi e Malaria.

Nel corso del Forum alle ore 12.45 si terrà una conferenza stampa 

Il Forum italiano della società civile sull'Hiv/Aids è un evento affiliato alla 6a Conferenza della International AIDS Society IAS2011 Roma 17/20 luglio.

Il Forum italiano della società civile sull'Hiv/Aids è promosso da: Actionaid, ANLAIDS, Arcigay, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, Gruppo Abele, LILA, Nadir, NPS Italia Onlus, Osservatorio Italiano sull’Azione Globale contro l’AIDS, Movimento Identità Transessuale, Villa Maraini.



Per maggiori informazioni:


http://www.forumhivaids.it 


Fabio Chiarini

venerdì 6 maggio 2011

Campagna nazionale contro l’omofobia. Baci in 50 città


In occasione della ricorrenza del 17 maggio, la Giornata internazionale contro l’omofobia,  è iniziata la campagna nazionale di sensibilizzazione contro l’omofobia realizzata da Arcigay, in collaborazione con altre 15 associazioni.
Arcigay diffonderà su tutto il territorio nazionale una campagna di sensibilizzazione che prevede la diffusione di 15 mila manifesti, 45 mila volantini e 8 mila locandine. Ad essa di affiancheranno momenti di riflessione e approfondimento in decine di città italiane. Nei numeri quella del 2011 è la più importante campagna di sensibilizzazione di Arcigay di sempre.
La campagna di affissioni e diffusione materiale impegnerà ben 50 città capoluogo di provincia, con il prezioso contributo dei comitati provinciali dell’associazione e di diverse sigle dell’associazionismo.
La campagna nazionale prevede due versioni di manifesti e locandine che ritraggono esplicitamente l’affettività omosessuale: un bacio fra una coppia gay e un bacio fra una coppia lesbica.  Il contesto familiare rappresentato da una tavola imbandita testimonia la quotidianità delle relazioni di affetto delle persone gay e lesbiche. La bandiera italiana sullo sfondo, richiama  i festeggiamenti per i 150 anni dell’unità nazionale e la richiesta di piena cittadinanza e dignità per queste famiglie.
Lo slogan scelto per la campagna è “Civiltà prodotto tipico italiano” e “Italia unita contro l’omofobia” perché la condanna di violenze, discriminazioni, soprusi e aggressioni, che quotidianamente affliggono l’esistenza di gay, lesbiche e trans di questo paese, deve essere un elemento di unità e civiltà, patrimonio condiviso di uno Stato che voglia abitare il presente. In evidenza su manifesti e locandine poi, il logo di Europride Roma 2011, manifestazione della visibilità e dell’orgoglio omosessuale e trans europeo, che si terrà a Roma dall’1 al 12 giugno prossimo e che ha, tra le sue finalità, l’abbattimento delle barriere culturali che ostacolano l’affermazione dei diritti e della libertà delle persone lgbt.
Arcigay ribadisce che la lotta all’omofobia è un valore affermato nell’articolo 3 della nostra Costituzione:  “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
E proprio l’omofobia, con odio, pregiudizio, violenza e discriminazione, è un limite concreto alla piena affermazione della dignità e al raggiungimento della felicità per migliaia di gay, lesbiche e transessuali italiani.

Fabio Chiarini

martedì 12 aprile 2011

Omofobia, Arcigay: "Solidarietà vescovo Pistoia ad Arcigay, è la prima volta"



Per la prima volta un vescovo italiano solidarizza con Arcigay contro la violenza omofoba.


Monsignor Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia, nel corso della giornata ha infatti dichiarato, a commento di un episodio di violenza omofoba subito sabato notte da due membri di Arcigay a Napoli: ''Più  che le ferite nel corpo, credo abbiano fatto male quelle nell'animo. Ma entrambe le ferite subite da Federico, segretario del Comitato pistoiese Arcigay, obbligano a riflettere e vanno condannate con fermezza. Sono una violazione della dignità umana”.

“Queste parole totalmente condivisibili sono un segnale di novità e apertura impensato e sorprendente. Finalmente, e per la prima volta, un esponente della Chiesa cattolica interviene a condanna di un episodio di omofobia e solidarizza con Arcigay. Speriamo che la dichiarazione di Monsignor Bianchi sia il sintomo di una rinnovata attenzione nei confronti dei diritti di gay, lesbiche e trans da parte della Chiesa Cattolica e non rimanga un episodio isolato”, dichiara Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay.

“L’aggressione al nostro segretario è un fatto gravissimo. Ringraziamo sentitamente il vescovo Bianchi e la Curia pistoiese e tutti coloro che, numerosissimi, hanno espresso solidarietà al nostro segretario per la violenza subita”, dichiara  Daiana Leporatti, presidente Arcigay Pistoia.

Fabio Chiarini

lunedì 11 aprile 2011

Napoli, aggrediti dirigenti Arcigay


Nella notte di  sabato 9 Aprile, i due dirigenti di Arcigay sono stati aggrediti di fronte alla sede di Arcigay Napoli.
In particolare Antonello Sannino, presidente di Arcigay Salerno e Federico Esposito, segretario provinciale di Arcigay Pistoia, presenti nella città partenopea per un corso di formazione di Arcigay, sono stati colpiti con calci e pugni.  Dalle finestre sono piovuti oggetti, uova e acqua e si è udito un “lavatevi sporcaccioni” mentre tre persone (uno uomo con una mazza e una donna) si sono aggiunte all’aggressore.
La presenza di 40 componenti di Arcigay ha evitato il peggio e l’aggressore è stato prontamente fermato e identificato dalle forze di polizia. Entrambi gli aggrediti hanno presentato denuncia alle forze dell’ordine mentre  le contusioni che hanno riportato sono state giudicate guaribili in 7 giorni.
“Purtroppo non è la prima volta che a Napoli si verificano episodi di intolleranza omofobica che sfociano poi in aggressioni fisiche e verbali” spiega Fabrizio Sorbara, presidente Arcigay Napoli.
“Facciamo appello alle istituzioni e alla società civile – continua Sorbara – affinché condannino il grave gesto. Stiamo valutando la possibilità di realizzare iniziative nel quartiere per riaffermare la nostra presenza e la nostra voglia di rispetto”, aggiunge il presidente di Arcigay Napoli.
 “Non ci facciamo intimidire, non è la prima volta che la convivenza tra una sede di Arcigay e gli abitanti del quartiere nella quale è ospitata, è fatta oggetto di attacchi da chi vorrebbe ricacciarci nell’ombra.
" Noi non ci tireremo indietro e continueremo il lavoro di difficile promozione dei diritti degli omosessuali. Ringraziamo le forze dell’ordine per la prontezza dell’intervento e per la sensibilità dimostrata con gli aggrediti”, dichiara Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay.

venerdì 1 aprile 2011

Bormio accoglie il turismo gay


Il turismo Gay è in piena espansione e le destinazioni più rinomate fanno a gara, con delle offerte ad hoc volte a soddisfare le esigenze di sport, relax e wellness, per raggiungere un target di mercato emergente.
La “Magnifica Terra”, di per sé ricca di questi elementi turistici, con 3 stabilimenti termali, un comprensorio sciistico all’avanguardia e un sistema paese di ottima vivibilità a 1.225 metri s.l.m. e con un centro storico d’immensa ricchezza architettonica, si annovera tra le destinazioni atte a soddisfare a pieno le aspirazioni di vacanza di omosessuali, lesbiche e transessuali.
Per consolidare tale sinergia, il Presidente Nazionale Arcigay Paolo Patanè sovraintenderà alla conferenza stampa organizzata congiuntamente a Bormio Turismo il giorno 02 Aprile a Bormio - ore 10.30 presso sala conferenze Società Impianti Bormio, via Battaglion Morbegno 25, per sottolineare l’importanza di una collaborazione operativa tra le due organizzazioni da sviluppare nel medio-lungo termine e anche per sostenere e rilanciare la settimana bianca “Gay-Friends” in programma dal 10 al 17 Aprile.

Per ulteriori informazioni:

www.bookbormio.com

Fabio Chiarini

sabato 26 marzo 2011

Lotta contro l'Aids a Firenze per la terza edizione ICAR


Si svolgerà a Firenze, dal 27 al 29 marzo, la terza edizione di ICAR (Italian Conference on Aids and Retrovirus), che riunisce diverse realtà scientifiche in tema di assistenza, ricerca e sperimentazione clinica su Hiv/Aids. Fin dalla sua costituzione, nel 2009, ANLAIDS, ARCIGAY, LILA e NADIR fanno parte del Community Liason sub-Committee di ICAR e partecipano attivamente alla organizzazione della conferenza.

La scelta delle Associazioni per la lettura di apertura è caduta quest'anno su Ralf Jürgens. Canadese, il dottor Jürgens è consulente di diversi governi e organizzazioni internazionali in ambito Hiv/Aids per salute, diritti umani e politiche di intervento, già fondatore e direttore del Canadian HivAids Legal Network, autore per The Lancet dello studio "Interventions to reduce Hiv transmission related to injecting drug use in prison" (Interventi per ridurre la trasmissione di Hiv legata all'uso iniettivo di droghe in carcere) già membro del Gruppo per i Diritti umani all'Unaids, e del Dipartimento Hiv/Aids dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, fra gli estensori della guida dell'OMS "Health in prison".Esperto nelle tematiche Hiv, carcere e diritti umani, Ralf Jürgens effettuerà nella sessione plenaria di apertura di ICAR2011, che comprende anche le lectures di Julio Montaner (direttore del British Columbia Centre for Excellence in Hiv/Aids) e Barbara Ensoli (direttrice del Centro Nazionale Aids), un intervento dal titolo "Hiv prevention in prison: from evidence to policy" (Prevenzione dell'HIV in carcere: dall'evidenza alla politica).

Come noto, nelle carceri italiane non sono previsti interventi di riduzione del danno e dei rischi in materia di trasmissione dell'Hiv, ovvero non è prevista la disponibilità di siringhe sterili e preservativi. Ciò nonostante, le indicazioni fornite dalle maggiori organizzazioni internazionali, che affermano come il diritto alla salute, e quindi alla prevenzione, sia un diritto umano che riguarda tutti i cittadini, anche quelli incarcerati.

"Abbiamo già sollecitato il governo italiano a seguire le indicazioni della Commissione Europea, dell'ONU e dell'OMS, riaffermate nell'ultima Conferenza mondiale a Vienna nel 2010, e contribuito ad aprire un dialogo su HIV e carcere. Con la presenza del dottor Jürgens intendiamo continuare a ribadire la necessità di seguire l'evidenza scientifica nella costruzione delle politiche di intervento in materia di Hiv/Aids e diritti umani, fra i quali c'è il diritto alla salute, anche fra i detenuti" ha affermato Alessandra Cerioli, presidente della LILA, Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids.

I diritti umani, la prevenzione nelle popolazioni vulnerabili, l'accesso alle terapie e la necessità di tenere in considerazione innanzitutto l'evidenza scientifica nello strutturare le politiche di intervento, sono i temi alla base di numerosi interventi previsti durante ICAR2011.

“Tra i diritti non riconosciuti di popolazioni esposte al rischio di contagio alle quali non sono destinati interventi adeguati ci sono anche quelli dei minori”, afferma Fiore Crespi, presidente nazionale ANLAIDS, “la necessità di sviluppare una adeguata strategia di prevenzione a loro rivolta si scontra spesso con l’attuale impossibilità per i minori di sottoporsi al test Hiv senza il consenso dei genitori”. Accesso al test, inteso come garanzia di gratuità, riservatezza e offerta di counselling in tutti i servizi sanitari italiani, con particolare attenzione alla popolazione migrante e ai minori sono i temi focalizzati da Anlaids, anche alla luce di uno studio effettuato dalla Consulta nazionale Aids che ha evidenziato come diverse siano le carenze sul territorio nazionale. Inoltre Anlaids, in coerenza con i suoi impegni statutari di sostegno alla ricerca scientifica, consegnerà durante la conferenza i 10.000 euro del Premio intitolato alla memoria di Giovanni Battista Rossi, alla giovane ricercatrice Alessia Lai, autrice di un importante lavoro sul monitoraggio dei nuovi ceppi di Hiv che si stanno diffondendo nella popolazione italiana. Un segnale importante di sostegno alla ricerca in un momento di gravi ristrettezze economiche.

"Arcigay partecipa per portare avanti i temi di prevenzione e cura dell'infezione da Hiv, con particolare attenzione alle specificità della popolazione gay, lesbica e transessuale italiana e del gruppo degli msm (men who have sex with men, uomini che fanno sesso con uomini). L’associazione sottolinea e ribadisce la necessità e l’urgenza di promuovere su tutto il territorio italiano la ricerca scientifica e lo sviluppo di strategie per l’applicazione delle innovazioni in ambito terapeutico con attenzione alla persona e le sue esigenze. Allo stesso tempo ribadiamo la necessità di un impegno costante per l’elaborazione di strategie condivise per la promozione dei temi della salute all’interno di gruppi fino ad oggi esclusi, e tra questi il gruppo degli msm” ha spiegato Rebecca Zini, responsabile salute ARCIGAY, associazione che presenterà i risultati della ricerca europea Sialon.

La disponibilità dei farmaci antiretrovirali sul territorio e della diagnostica per la gestione clinica e prospettica delle persone con Hiv, che oggi hanno un’attesa di vita molto più lunga, sono i temi ribaditi con forza da NADIR. Contrastare “i feudi sanitari regionali”, che rivedono, ridefiniscono e limitano le approvazioni dei farmaci antiretrovirali salvavita da parte dell'agenzia regolatoria nazionale, è una mission improcrastinabile per far sì che le persone che vivono con l'Hiv possano circolare liberamente sul territorio italiano e curarsi dove meglio ritengono opportuno.

Tutte le Associazioni anche in questo ICAR2011, come accadrà in occasione della Conferenza internazionale sull'Aids dello IAS che si terrà a Roma a luglio, e in altre sedi, vogliono ricordare alle istituzioni quali sono le urgenze in materia di lotta all’Aids nel nostro paese, come descritto nel documento congiunto presentato in occasione dello scorso 1° dicembre, Giornata mondiale per la lotta contro l’Aids, e per invitare l’Italia a rispettare gli impegni internazionali in materia di lotta all’Aids, a cominciare dall'adesione al Fondo Globale per la lotta a Aids, Tubercolosi e Malaria.

Fabio Chiarini
(www.vogliosapere.org)

mercoledì 23 marzo 2011

ONU, Dal Vaticano un assurda difesa dell’omofobia


Secondo delle fonti di un portale canadese L’Arcivescovo Silvano Tomasi dell'Osservatorio Permanente del Vaticano presente alle Nazioni Unite, si sarebbe profuso in una assurda difesa di coloro che diffondono omofobia sostenendo che sarebbero vittime di discriminazione.

Infatti ha dichiarato, nel corso di una seduta del Consiglio ONU sulle violazioni dei diritti umani nel mondo:  "La gente viene attaccata perché prende posizione contro le relazioni fra persone dello stesso sesso… quando esprimono dei pareri del tutto normali basati sulla natura umana vengono stigmatizzati, e ancor peggio, perseguitati e sviliti".

"Questi attacchi" ha proseguito l'arcivescovo "sono una chiara violazione dei diritti umani fondamentali e non possono essere giustificati in nessun caso…”. Questo vittimismo furbo vorrebbe far passare per martiri i carnefici.
Nessuno nega il diritto alla libera opinione, ma quando si pretende di scendere nell’agone politico, ingerendo nelle legislazioni statali e condizionando le scelte politiche degli stati, si deve essere pronti a ricevere delle legittime critiche, senza invocare una “lesa maestà” che suona grottesca.

La democrazia ha le sue regole, che non godono dell’extraterritorialità e del dogmatismo vaticano. Questa difesa attiva di coloro che pervicacemente si oppongono a diritti umani negati a gay, lesbiche e transessuali, è vergognosa ed assurda ed arma la mano di coloro che si fanno portatori di odio e di violenza.

"Da parte nostra abbiamo sempre solidarizzato con tutte le minoranze discriminate e colpite, come nel recente caso dei cristiani copti d’Egitto, colpiti da un attentato.Non ci risulta una sola dichiarazione di solidarietà da parte vaticana verso le migliaia di atti di violenza omofobica che ogni anno si compiono nel mondo." ha dichiarato Paolo Patanè presidente dell'Arcigay.
"Di contro la gerarchia cattolica continua ad opporsi in ogni sede alla depenalizzazione dell’omosessualità, proposta all’Onu dall’Unione europea, che contribuirebbe ad abbattere le legislazioni che ancora oggi condannano lesbiche gay e trans alla pena di morte in 7 paesi e a pene detentive in oltre ottanta.
"Negare il diritto all’integrità fisica, alla felicità, alla piena cittadinanza di lesbiche, gay e trans significa lavorare contro il progresso sociale e civile ed agire contro i diritti umani fondamentali.
"Se ne ricordi monsignor Tomasi, - ha concluso  Patanè - e chieda perdono per questo ennesimo vergognoso atto farisaico e dogmatico che chiude gli occhi di fronte all’ingiustizia e giustifica la violenza di chi discrimina ed uccide, pur di salvaguardare la “purezza” della dottrina cattolica."

Per maggiori informazioni:
http://www.canada.com/life/Vatican+tells+that+critics+gays+under+attack/4485023/story.html

Fabio Chiarini
(www.vogliosapere.org)

martedì 22 marzo 2011

Discriminazioni gay sul lavoro, al via la prima ricerca nazionale


Incomincia oggi “Io sono io lavoro”, la prima indagine nazionale sulla discriminazione sul lavoro di omosessuali, lesbiche e transessuali, un ambito sul quale per l’Italia non esiste una fotografia generale, ma solo letteratura aneddotica, casi diffusi dai media o intercettati dagli sportelli legali LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e trans), dai telefoni amico contro le discriminazioni o dagli sportelli sindacali preposti.
L’assenza di studi statistici sul tema in Italia è stata ripetutamente denunciata dall’e autorità comunitarie.
L’Italia, grazie all’indagine scientifica che Arcigay svolgerà nell’ambito del progetto Lotta all'omofobia e promozione della non discriminazione sui luoghi di lavoro come strumento di inclusione sociale finanziato Ministero del Lavoro, avrà finalmente dati certi sull'estensione e l'articolazione del fenomeno che terrà conto di tutte le componenti della comunità LGBT, sia dei lavoratori che dei non-lavoratori, con qualunque tipologia di contratto.
L’indagine, la prima in ambito nazionale che coinvolgerà tutta la comunità lgbt (ricerche affidate all'ISTAT sono in corso di svolgimento mentre nel 2010, l'Ufficio nazionale contro le discriminazioni razziali, UNAR con la collaborazione di Arcigay ha raccolto i primi dati relativi alla discriminazione sul lavoro di gay, lesbiche e trans), si concentrerà a tutto tondo sulle discriminazioni sul lavoro, da quelle in entrata (non ti prendo a lavorare qui), all’invisibilità obbligatoria, nonché al mobbing ed al clima lavorativo omofobico.
"Questi dati - spiega Michele Giarratano,  responsabile del progetto - potranno essere utilizzati dai lavoratori Lgbt, al fine di dimostrare la sussistenza di un comportamento discriminatorio a proprio danno, come previsto dal d.lgs. 216/2003 che nel recepire la direttiva 2000/78/CE non ha inserito l'inversione dell'onere della prova in favore del lavoratore ricorrente. Io sono io lavoro potrebbe dunque fornire finalmente uno strumento valido ed efficace per attuare gli obiettivi della normativa europea."
"Il lavoro – aggiunge Raffaele Lelleri, del gruppo di ricerca- è una dimensione fondamentale della vita e dell'identità di tutti e di tutte. Ciononostante, in Italia, nessuna indagine scientifica di rilievo ha finora studiato le condizioni lavorative delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali/transgender. Io Sono Io Lavoro vuole colmare questo vuoto e costruire, per la prima volta, una piattaforma di dati di qualità, necessaria per verificare i progetti esistenti ed impostarne di migliori e più aderenti alla qualità”.
“Arcigay  con questo progetto  intende non solo studiare un fenomeno sommerso, ma anche aprire un dibattito, sviluppare e proporre modelli di counseling  che  i datori di lavoro, i rappresentanti dei lavoratori e le associazioni possono condividere, adottare e attuare per prevenire la discriminazione  o intervenire nei confronti di essa promuovendo azioni  positive inclusive e non marginalizzanti” aggiunge Rosario Murdica, responsabile gruppo progetti di Arcigay.

L’indagine incomincia oggi, con la diffusione sul web di un questionario rivolto alla comunità lgbt al quale tutti e tutto sono invitati a rispondere (www.iosonoiolavoro.it.).


Il progetto proseguirà poi con la formazione di mediatori che saranno in grado di intercettare e riconoscere il fenomeno ed intervenire prontamente per risolvere le problematicità emerse e sperimenterà metodologie di osservazione dei fenomeni di omo/trans-fobia e omo/trans-negatività. Infine Arcigay effettuerà una mappatura delle buone prassi esistenti sul campo, in modo da diffonderle a enti, associazioni, operatori del diritto, esperti di gestione delle risorse umane.
Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay, è soddisfatto: “Arcigay saprà far emergere e denunciare un universo di sofferenza ed esclusione quotidiana enorme. L’indagine sarà un ottimo punto di partenza per implementare strategie di prevenzione alla discriminazione sul lavoro anche con altri partner istituzionali dell’associazione. La nostra mission è quella di migliorare la condizione di gay, lesbiche e trans di questo Paese e per questo l’invito a tutti è quello di rispondere al questionario e raccontarsi: ogni storia raccolta può aiutarci a costruire un futuro migliore”.
Il questionario e tutte le informazioni relative al progetto sono on-line al sito: www.iosonoiolavoro.it.

Per maggiori informazioni:
http://www.iosonoiolavoro.it/
http://pegasonline.net/2011/discriminazioni-sul-lavoro-al-via-ricerca-nazionale-di-arcigay/

Fabio Chiarini
(www.vogliosapere.org)

venerdì 18 marzo 2011

Europride 2011 lancia bando per il logo


“Un bando aperto a tutti, per la realizzazione del nuovo logo”. E’ l‘iniziativa lanciata dal Coordinamento Roma Pride, che riunisce le associazioni Arcigay Roma, Di’ Gay Project, ArciLesbica Roma, GayLib e Azione Trans impegnate nell’organizzazione del Pride nella Capitale. Dopo l'esordio nell'organizzazione del Pride romano del 2010, con il logo "ogni bacio una rivoluzione" le associazioni riunite nel Coordinamento aprono un concorso che vuole rilanciare l'idea di una manifestazione della giornata dell'orgoglio omosessuale e transessuale aperta alla città e plurale. 

“La partecipazione e la creatività - si legge nella nota del Coordinamento – sono alla base della nostra esperienza e continueranno a essere elementi essenziali di questa esperienza così innovativa. La partecipazione al Pride non si limita solo alla sfilata ma si costruisce giorno per giorno anche nel confronto delle idee e della creatività”.

“Il Coordinamento Roma Pride – aggiungono Guido Allegrezza e Luca Amato del Forum Cittadino lgbt - si prepara, in questo modo, per gli appuntamenti che lo attendono, anche in vista dei Pride dei prossimi anni. Per questo il nostro logo sarà il frutto della libera partecipazione e della creatività di chi ha voglia di lanciare nuove idee e mettersi in gioco con le proprie proposte".

Fra tutte le proposte pervenute il Coordinamento Roma Pride selezionerà, tramite una giuria quella che ritiene più idonea. Al lavoro selezionato andrà un riconoscimento di 500 Euro. Sarà possibile inviare la propria proposta entro l’11 aprile 2011.

Per maggiori informazioni:
info@romapride.org
www.romapride.org

Fabio Chiarini

mercoledì 16 marzo 2011

Europride 2011, gay, lesbiche e trans per l’Unità d’Italia.

Questa sera  alle ore  23, in occasione dell’apertura dei festeggiamenti per l’Unità d’Italia, Rossana Praitano e Paolo Patanè, due dei portavoce di Europride Roma 2011, interverranno nella gay street romana (via di San Giovanni in Laterano).
Sarà l’occasione per ribadire che gay, lesbiche e trans partecipano convintamente ai festeggiamenti per celebrare l’Unità di un Paese di cui sono parte attiva e visibile e che hanno già piena cittadinanza e piena parità di diritti nella Costituzione.
Gay lesbiche e trans hanno costruito l’Unità e costruiscono il futuro di questo Paese esattamente come tutti gli altri cittadini, compresi quelli che difettano di cittadinanza, nonostante troppi esponenti dell’universo della politica  fingano di ignorarlo.
E proprio Europride, un evento che dall’1 al 12 giugno prossimo racconterà al Paese la fierezza e la voglia di piena parità di gay, lesbiche e trans italiani ed europei, sarà l’occasione per tutti e tutte di denunciare questo atteggiamento intollerabile di esclusione di migliaia di persone da piena parità e diritti.

Fabio Chiarini

venerdì 25 febbraio 2011

Genova, Rigon riporta i metodi nazisti per gli omosessuali


“Monsignor Paolo Rigon ha perso un’ottima occasione per tacere. La sua chiosa sull’omosessualità, espressa in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario ecclesiastico, oltre che violentemente omofoba e pericolosa fa di lui un grave peccatore secondo l’ottavo comandamento  “Non dire falsa testimonianza”. Lo dichiara Paolo Patane presidente nazionale dell’Arcigay..

“Rigon riporta in auge metodi propri del nazismo con la sua idea che l’omosessualità sia un “problema da estirpare” – aggiunge Patane - e commette un peccato molto grave nell’affermare che l’omosessualità si possa superare con la psicoterapia.”

“E’ totalmente falsa testimonianza. Lo invitiamo quindi a confessarsi privatamente e a chiedere venia pubblicamente per tanta acredine. Sull’omosessualità poi, ricominci a tacere: solo così farà del bene a se stesso e al suo prossimo suo.” Ha concluso Paolo Patane.

Fabio Chiarini

venerdì 18 febbraio 2011

Palermo,insegnante in carcere per aver difeso una vittima


La punizione ad un anno di carcere, inflitta ad una insegnante di Palermo per aver castigato un alunno omofobo è paradossale perché riconosce dignità all’omofobia.

"Quel insegnante che ha difeso una vittima, ha assolto al suo ruolo e giustamente punito un bullo con l’intenzione di fargli comprendere l’orrore generato dalla violenza, dalla sopraffazione e dalla denigrazione."
Lo ha dichiarato  Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay.

"Quell’insegnante, come tutti gli insegnanti oggi, - ha aggiunto Patanè - opera in un Paese privo di tutele e di leggi antidiscriminatorie per le persone gay, lesbiche e trans e in una scuola che non offre agli operatori culturali strumenti utili di prevenzione e contrasto al bullismo omofobo.

"Sarebbe bene che la sentenza di Palermo apra spazi di dibattito sulla necessità di costruire finalmente una cultura del rispetto, tema sul quale si gioca la crescita civile e il futuro del Paese.

"Per evitare che le vittime continuino ad essere vittime e i carnefici carnefici,- ha concluso Patanè- chiediamo ai giudici una riflessione più attenta e approfondita sull’omofobia e esprimiamo  la nostra solidarietà all’insegnante, insieme all’auspicio che le istituzioni siciliane, e il Ministero dell'istruzione, esprimano il loro sostegno ad una persona ingiustamente condannata.

Fabio Chiarini

martedì 15 febbraio 2011

Arcigay, aperte le candidature a Pegaso d’oro e Pegaso nero 2011


Anche quest’anno Arcigay premierà una personalità italiana del mondo dello spettacolo, della cultura o dello sport che, con dichiarazioni, atti pubblici o interviste, si sia particolarmente distinta, nel 2010, a sostegno della dignità delle persone omosessuali, bisessuali e transgender.

Contemporaneamente verrà conferito, per la prima volta, il Pegaso nero, a chi si é maggiormente distinto per la propria omofobia o transfobia.

I riconoscimenti verranno assegnati nel maggio prossimo, mese nel quale si celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia.

Dopo il grande riscontro delle edizioni precedenti di Pegaso d’Oro, vinte rispettivamente, nel 2009 da Simona Ventura e nel 2010 da Iva Zanicchi, questa edizione offre la possibilità a tutte e tutti di contribuire direttamente all’elezione del vincitore o della vincitrice.

Per farlo è possibile scrivere una mail a pegaso2011@arcigay.it che contenga i nomi dei candidati a Pegaso d’oro e Pegaso nero 2011, entro il 15 marzo prossimo.

Tra tutte le candidature verranno poi messi al ballottaggio i cinque personaggi più nominati delle due categorie.

Nel corso della premiazione, sarà resa nota le classifica dei personaggi più e meno apprezzati dalla comunità lgbt (lesbica, gay, bisessuale e trans) italiana.

mercoledì 9 febbraio 2011

Pordenone, Disabile gay aggredito, risarcimento simbolico ad Arcigay


Il Tribunale di Pordenone ha condannato ad un anno e due mesi di reclusione (senza la sospensione condizionale) i colpevoli dell’aggressione ai danni di un omosessuale non-vedente.
Il giovane, nel gennaio 2009, nella piazza centrale di Pordenone, era stato inseguito, malmenato e apostrofato come “Frocio, bastardo e pedofilo”.
Il Giudice Rodolfo Piccin, con la sentenza di condanna, ha espressamente riconosciuto il ruolo sociale di Arcigay condannando gli imputati ad un risarcimento pecuniario simbolico all’Associazione, oltre che ad un risarcimento di 15 mila euro per la vittima.
Per l’avvocato del giovane Francesco Furlan “è stato riconosciuto il ruolo di Arcigay; ritengo che la pena sia stata un po’ bassa, vedremo le motivazioni. Ora venga approvata la legge che riconosce le aggravanti per la violenza omofoba”.
Giacomo De Peru, vicepresidente di Arcigay Udine e Pordenone dichiara: “Apprendiamo con soddisfazione la notizia di questa sentenza che spero voglia essere un monito per le coscienze dei pordenonesi, non certo omofobi ma troppo spesso assopiti e distratti rispetto alle problematiche riguardanti la comunità omosessuale. Registriamo con gioia che nel rendere giustizia alla vittima di questo atto inqualificabile, la sentenza riconosca ad ArciGay l'importanza del suo ruolo sociale nella tutela dei diritti delle persone LGBT"

Arcigay revoca la qualifica a due soci


Arcigay è investita in questi giorni da mistificazioni e letture parziali rispetto a quanto accaduto nella due giorni di Consiglio nazionale del 5 e 6 febbraio scorso che ha portato alla revoca di qualifica di socio a due esponenti di Arcigay Roma, alle dimissioni da socio di un altro componente dello stesso Comitato e alle dimissioni di due consiglieri nazionali.
Da più parti è stata richiesta la pubblicazione dei verbali dell’assemblea. I verbali verranno pubblicati nei termini previsti dallo Statuto, e cioè entro 15 giorni dal Consiglio nazionale, in forma parziale a tutela della privacy delle persone coinvolte.
Questa decisione è stata presa dopo consultazione con i legali dell’Associazione che hanno ritenuto che nello specifico caso si potesse configurare una lesione della privacy delle persone oggetto del provvedimento.
Qualora fossero gli stessi soggetti oggetti del provvedimento a desiderare la pubblicazione integrale di verbale ed allegati, dietro loro espressa richiesta scritta, provvederanno a renderli pubblici salvo le parti che potrebbero ledere la privacy di persone terza. Ovviamente gli atti saranno completamente a disposizione dei diretti interessati.
"Nonostante le ricostruzione fantasiose che stanno circolando in questo momento il provvedimento ha semplicemente sanzionato la creazione di una associazione parallela ad Arcigay Roma, con il medesimo statuto e gli stessi dirigenti, l'associazione di volontariato “Gay help line”, intestataria del contratto di affitto della sede di via Zabaglia, la cui esistenza ed operatività era ignota agli stessi soci del circolo oggetto del provvedimento, in conflitto di interesse con l’associazione stessa e soprattutto il rifiuto perseverato di rendicontare l'operato e fornire gli atti utili a risolvere e chiarire tale intricata situazione."
Lo ha dichiarato Paolo Patanè presidente nazionale Arcigay.
"Il provvedimento infatti è giunto dopo ripetute richieste di esaminare le carte a cui diretti interessati non hanno mai voluto ottemperare.
"Il voto è servito a ribadire il principio che in una associazione come Arcigay la trasparenza e la fiducia siano assolutamente irrinunciabili. Chiunque ritenga di farne a meno si mette al di fuori dell’associazione e del suo Statuto. Il voto del consiglio nazionale intendeva proprio ristabilire un clima di certezza delle regole, a tutela delle socie e dei soci di Arcigay Roma, della democrazia interna e della piena trasparenza delle strutture di governance associativa.
"Spiace notare come il provvedimento sia stato letto non tanto nel merito,- aggiunge Patanè - ma come un tentativo di "epurazione", accolto con una pioggia di menzogne la peggiore della quali è la notizia comparsa sul “Corriere della sera” della presunta espulsione di 10 circoli che non solo non è mai avvenuta, ma è totalmente priva di fondamento.
"Quanto a coloro che hanno dichiarato presunte scissioni di comitati dall’associazione, ci pare giusto sottolineare che nessuno dei comitati provinciali ha mai manifestato tale intenzione.
"La presunta spaccatura dell’associazione, di cui parla con insistenza un comunicato stampa di ieri, è smentita dall’approvazione della riforma del circuito delle associazioni affiliate approvata all’unanimità e con maggioranza qualificata. Questo fatto, da solo,  è sufficiente a smentire la ridda di voci e dilazioni di chi sta agendo invano al solo scopo strumentale di screditare Arcigay.
Contrariamente a quanto si legge quindi l’associazione è unita e compatta, la presidenza è sostenuta da una maggioranza solida come dimostrato nei fatti concreti.
La piena dialettica democratica è dimostrata proprio nel voto sui provvedimenti in discussione che hanno avuto maggioranza diverse. Un socio è stato escluso con 30 voti a favore, 23 voti contrari, un altro socio con 27 voti a favore, 26 voti contrari, mentre il provvedimento relativo al socio che, sottraendosi al dibattito, si era preventivamente dimesso, è stato respinto. E ciò a testimonianza della totale libertà con cui si è espresso l'organo di governo di Arcigay.
Infine lo spirito di disponibilità dell’attuale dirigenza è stato dimostrato concretamente dal ritiro, come atto di conciliazione, di una mozione di censura nei confronti di Arcigay Roma.
Pertanto nessuna delle accuse mosse ad Arcigay fino a questo momento risulta corrispondente a quanto realmente accaduto.
"Continuiamo quindi a lavorare confidando in una lettura più serena ed attenta dei fatti in oggetto,- ha concluso Patanè - chiedendo rispetto per le dinamiche libere e democratiche della nostra associazione.

Fabio Chiarini