"Il no al matrimonio gay della Corte Costituzionale francese, esattamente come quello della Corte italiana, non pregiudica in alcun modo il senso e il valore della battaglia di piana cittadinanza di cittadini e cittadine gay, lesbiche e transessuali europei."
Lo dichiara Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay.
"L’iniziativa francese,- aggiunge Patanè - come già quella italiana, costituiscono passaggi importanti e necessari di una battaglia che ha consentito di arrivare a pronunciamenti netti. La magistratura ha invitato il legislatore all’adeguamento delle norme al mutato quadro sociale e ha chiarito che non esiste alcun divieto o ostacolo Costituzionali al matrimonio gay.
"Il legislatore può quindi legiferare sul matrimonio gay senza nascondersi dietro ad un dito di presunte impossibilità nella Costituzione. I politici italiani ne prendano atto - conclude Patanè - e si prendano quindi la responsabilità di uniformare le norme al mutato quadro sociale."
Fabio Chiarini
Nessun commento:
Posta un commento