domenica 6 febbraio 2011

Arcigay denuncia "Il Giornale"per linguaggio nei confronti dei sieropositivi


Arcigay denuncia l’uso penoso del linguaggio che fa “Il Giornale” nel definire le sex workers sieropositive untrici.

http://www.ilgiornale.it/interni/untori_milano/03-02-2011/articolo-id=503515-page=0-comments=1.

“E’ intollerabile che i giornalisti si facciano megafono dello stigma alle persone sieropositive, e non ha alcun senso cercare di addossare eventuali responsabilità nella diffusione del virus a prostitute e prostituti." Lo dichiara Rebecca Zini, presidente Salute Arcigay.
"Spesso è il cliente a pretendere rapporti non protetti e lo stesso Ministero della Sanità ha candidamente ammesso all’OMS che non esiste alcuna strategia di prevenzione all’hiv-aids per i sex workers. La responsabilità delle istituzioni nell’eludere la prevenzione all’hiv-aids è evidente - aggiunge Zini -  ma  Il giornale sembra più interessato a diffondere odio per i transessuali. Ai sieropositivi e alle sieropositive italiane, ai transessuali e alle transessuali, va tutta la nostra vicinanza e solidarietà per uno tra i peggiori esempi di disinformazione sul tema (e ne abbiamo letti davvero tanti) mai pubblicato”.
"Contrariamente a quanto pensano gli intellettuali illuminati de "il Giornale", il sesso si fa in due ed è responsabilità di ognuno assumere tutte le precauzioni e atteggiamenti utili per evitare il contagio.
"Con questo inqualificabile articolo, ancora una volta, si vuol far passare le vittime di un sistema crudele per carnefici. Il problema “sesso sicuro” riguarda tutti, anche i benpensanti borghesi, che magari leggono quel quotidiano" dichiara Marco Mori, Presidente del CiG, Centro iniziativa gay Arcigay Milano.
“I clienti delle prostitute - continua Mori - sono spesso amorevoli padri di famiglia, dirigenti d'azienda, mariti impeccabili, che però adorano farsi sodomizzare dalle trans cui chiedono di farlo senza preservativo. Si tratta d’indomiti amanti del rischio di notte nel letto della trans a pagamento, cui negano però il lavoro di giorno perché ignoranti e razzisti. Chi è la vittima, chi il colpevole? Sarebbe il caso di smetterla di fare gli ipocriti, non giudicare, ammettere le proprie responsabilità e non dar più retta a papa, preti e laici devoti ed usare sempre il preservativo."

Fabio Chiarini

Nessun commento:

Posta un commento