sabato 12 febbraio 2011

Mobilitazione femminile contro Berlusconi, Scoleri: "La figura della donna va rigenerata"


“Il filantropo americano Wendell Philips diceva che ‘le responsabilità educano’ ecco, io credo che questo Paese abbia bisogno di avviare un cammino educativo nella considerazione della donna, un cammino che guarda in faccia le responsabilità di ‘tutti’ gli uomini e di tutte noi”.

Le parole riescono solo in parte a riportare l’entusiasmo espresso dalla viceresponsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti, Francesca Scoleri, per la manifestazione al femminile organizzata domenica 13 febbraio in piazza del Popolo a Roma, a sostegno della figura delle donne, recentemente sminuita e discriminata dalle vicende che stanno coinvolgendo in questi giorni il premier Silvio Berlusconi.
Sul palco allestito per l’occasione, verranno letti brani e ascoltate le testimonianze di attrici e artiste varie. In programma anche momenti di intrattenimento sul tema presso la terrazza del Pincio.

“La mobilitazione messa in atto ha una valenza fondamentale, ci dice basta, ci dice fermatevi, le donne non sono un costoso veicolo per il piacere degli uomini o per il successo assicurato di un prodotto pubblicitario, o per rendere una trasmissione televisiva più intrigante”.

“Fermatevi – continua con veemenza  la Scoleri –, perché state distruggendo la cultura. La figura della donna va ‘rigenerata’ nell'immaginario collettivo, perché è questo il metro di misura di una nazione che vuol definirsi democratica”.

E l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro non si tira indietro e continua nel suo monito: “In tutta la torbida vicenda che riguarda il presidente del Consiglio e la prostituzione, aggravata dalla presenza di minorenni, la cosa più agghiacciante che risuona come scusante inaudita all'ingiustificabile, è la frase diffusa da tutti i mass media ‘il premier ama le donne’. Ebbene, Berlusconi non ama le donne, l’amore non passa per le bustarelle, l’amore passa per il rispetto e questo non è una merce di scambio, è un’impronta di dignità”.

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